UN OTTIMO COMPAGNO DI VIAGGIO

Di

Alphonse Doria

Dall’11 al 25 gennaio sono stato in vacanza e quindi per valore della sorte l’ultimo libro rimasto dei tanti che mi portai quando partii per la Germania è stato: 101 storie sulla Sicilia che non ti hanno mai raccontato di Daniela Gambino  Newton Compton Editori, Ariccia – Roma 2015 costo 5.90 € copertina rigida. In copertina recita: “La magia di una terra attraverso i suoi personaggi e le sue leggende”. E’ stato un ottimo compagno di viaggio. Daniela Gambino con la sua freschezza affabulatrice, come il bisnonno, è riuscita a rappresentare la Sicilia ammaliante nelle sue mille sfaccettature. Certo si leggono tanti primati che il Popolo Siciliano annovera a se, ma è altrettanto vero che ogni Popolo della Terra ha i suoi primati ed è giusto che ne sia orgoglioso. Questo orgoglio dimostra l’attaccamento alla propria identità di Popolo. E i Siciliani siamo Popolo, siamo Nazione, pur se il nostro Stato politico non ci consente di autodeterminarci.

L’Autrice come primo Capitolo mette il mito di Scilla e Cariddi, sembra proprio il libro del viaggio del Siciliano e quindi si stacca dalla sua Terra con tutte le paure e le ansie che un viaggio ha nel suo insito. Mi ha colpito al Cap.3 il puparo del 421 a.C.. A Cap.8 sorprendente scoprire l’invenzione del cannolo. E Cap.9 il senso della morte dei Siciliani, personalmente lo intento come il sentimento della Morte, con la tradizione del 2 novembre. A Cap.11 si legge della fata Morgana trasferitasi in Sicilia. Ed a Cap.12 si scopre che la parola “caramella” e i suoi derivati proviene dalla “cannameli” della Sicilia dove veniva chiamata in questo modo la canna da zucchero importata dagli Arabi nell’827 e dalla Sicilia Colombo la portò nel Sud America dove ha subito dei cambiamenti e divenne la risorsa per quei Popoli, ma soprattutto dei loro colonizzatori e schiavisti. Cap.24 “la santa a l’addritta” santa Estochia è stata la modella per l’Annunciata di Antonello da Messina. Una Madonna con un libro davanti è stata una modernità esemplare. La bellezza di questa donna è sorpren

dente e così narrano per la santa i biografi. Cap.40 Il primo pazzo di Sicilia: il barone Pisani che realizza La Real casa dei matti, mettendo le proprie risorse e la propria vita a servizio dei malati mentali. Si! è stato sicuramente un pazzo: pazzo d’Amore. Cap.42 si legge dell’esilio volontario a Parigi di Michele  Amari indipendentista rivoluzionario siciliano contro i Borboni che grazie al sostegno ed alla solidarietà, tutta siciliana, è riuscito a continuare gli studi su gli Arabi lasciandoci uno strumento culturale eccezionale. Cap.43 mi informa delle favole siciliane ricercate e scritte dalla svizzera Laura Von Gonzebach, opera che devo leggere a più presto. Cap.47 la storia di Petronio Russo, una grande occasione mancata per la Sicilia con l’invenzione dell’auto, per mancanza di finanziatori. Ho dovuto riflettere su una frase scritta a pagina: “In molti lo osteggiarono perfino da morto, opponendosi all’idea di dedicargli una targa ricordo. Forse perché davanti a tanta intelligenza e freschezza di spirito avvertivano, più forte e insopportabile, la loro mediocrità”. Questo uno dei grandi problemi del sistema politico, quello che risultano vincenti i mediocri, mentre pergli altri resta solo accodarsi alla maggioranza.

Cap.49 Giuseppe Pitrè “avvertiva l’inadeguatezza dello stato unitario (…)” (pagina 139) La scrittrice si chiede: “ Fu solo amore per le tradizioni? O un modo per riconoscere ai bisogni del popolo, alle sue icone, la giusta dignità?”.

Cap.57 veniamo a conoscenza della fantastica storia del cinema siciliano. Lo spettacolo, in tutte le forme, da millenni è stato sempre la passione dei Siciliani. Ovunque vi è un Siciliano, nel suo esprimersi a parole e gesti vi è teatro. Ovunque in Terra di Sicilia vi sono teatri in pietra, pupari e anche cinema, drammaturghi che hanno rivoluzionato il teatro (Pirandello). Così come Giovanni Rapazzo fu l’inventore nel 1921 della pellicola a impressione contemporanea di immagini e suoni. Mentre Cap.67 si legge la storia della PANARIA film l’avanguardia della cinematografia tutta siciliana. Uno dei suoi più noti film “Vulcano”, poi straordinarie le riprese subacquee proprio all’avanguardia. Come la Panarea è stata propulsore di sviluppo anche economico mettendo alla luce ed al turismo internazionale un paradiso terrestre come le Isole Eolie. La Panarea è stata la prima in Europa a girare un film in technicolor: “La carrozza d’oro”, considerato uno dei capolavori della cinematografia mondiale. Scoprire a Cap.73 che la voce del computer di Odissea 2001 Hal è siciliana, dell’attore palermitano Gianfranco Bellini. E a Cap.76 che il volto caratteristico del cinema americano di molte pellicole come Ghost dove era il fantasma della metropolitana che spiegò al protagonista come passare i muri e Star trek è di un originario di Polizzi Generosa, dove dopo il successo si venne a ritirare fino all’ultimo dei suoi giorni,            l’attore Vincent Schiavelli. Cap. 78 la storia del film “Matar es mi destino” quando nel 1970 un funzionario  del Banco di Sicilia diventa produttore di questo documentario. Cap.97 il grande regista del cinema americano Frank Capra è nato a Bisacquino  nel 1897.

Cap.61 Daniela Gambino descrive la famosa “punciuta” con una spina di arancio amaro e la santuzza che brucia in mano durante il giuramento, l’effetto che suscita a chi viene “combinato”. Sembra in ogni modo un rito satanico. Così testimonia il pentito Grigoli: “Ho visto subito che la gente mi guardava in un altro modo. Mi rispettavano quasi per un miracolo divino”. Costui è stato l’assassino di un santo: don Giuseppe Puglisi.

Cap.66. Meravigliosa ho trovato la storia sulla rivolta delle gelsominaie. Cap.70 come la Lapa sostituì il carretto siciliano ed entrò nel costume del Popolo Siciliano. Quindi è facile incontrare una Lapa agghindata come un carretto siciliano e nelle sponde magari disegnate gesta di Orlando e Rolando. Cap.82 il toro di Wall Street è opera voluta e realizzata dal siciliano Arturo Di Modica, solo la dea Fortuna ha voluto che restasse in quella piazza. A Cap.87 scopro che “u pallunaru” del 2 maggio a Siculiana si chiamava Petru Sazizza ed è morto nella strada statale tra Palermo ed Agrigento. Ricordo come era bello vedere alzare verso il cielo, il testone del soldato e tante altre fantasie aerostatiche inventate dal Sazizza. Cap.88 la storia che fa incavolare non solo gli Inglesi ma anche gli Italiani, che Shakespeare in realtà è il siciliano Michelangelo Florio Crollalanza. In merito sto rileggendo tutte le opere del grande drammaturgo e le sorprese sono tante, come ad esempio nel Racconto d’inverno, dove si mette in scena il dramma delle corna del Re di Sicilia Leonte. A lettura completa presenterò un resoconto personale su questo oggetto di discussione. Il libro cui regala tantissime altre sorprendenti storie di questa Terra di Sicilia così meravigliosa.



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