Ecco il magistrato che è stato coinvolto in un conflitto di attribuzioni con il capo dello Stato.

Muore ancora una volta la verità in Sicilia, ammazzata  a Roma, scannata  a colpi di timbri e firme. C’è chi paga tutto ciò, se ancora qualcuno non lo ha capito, è la storia del Popolo Siciliano. Siamo ognuno di noi Siciliani che meritiamo una vita migliore, sono i nostri figli che guardano il cielo della propria Terra come una chimera, sono le madri della nostra Sicilia che sentono il vuoto del loro ventre in attesa di un probabile futuro. E intanto lo Stato Italia decide le nostri sorti e noi attentiamo il momento giusto che non arriva mai del riscatto, alcuni ubriachi dei propri sogni, altri inchiodati dai propri bisogni. Qualcun’altro deve scegliere tra l’esilio e la paura.  

L’ex procuratore di Palermo Antonio Ingroia dal Guatemala:  ”Sono profondamente amareggiato, le ragioni della politica hanno prevalso su quelle del diritto. La sentenza della Corte Costituzionale rappresenta un brusco arretramento rispetto al principio di uguaglianza e all’equilibrio fra i poteri dello Stato. Definirei bizzarra questa decisione. E oggi sono convinto della bontà della mia scelta di lasciare l’Italia”. (…) la scelta del presidente della Repubblica di sollevare il conflitto di attribuzioni è stata dannosa per l’immagine delle istituzioni italiane nel suo complesso. Lo sa cosa dicono di me in Guatemela? Ecco il magistrato che è stato coinvolto in un conflitto di attribuzioni con il capo dello Stato. Ma io non voglio essere visto come un pm sovversivo. Io e i miei colleghi della Procura di Palermo vogliamo essere ricordati come quelli che hanno tenuto la schiena dritta per accertare la verità sulla stagione delle stragi“.
LA Repubblica – 12 giugno 1998:
“L’episodio traumatico della fuga di Gelli e Cuntrera ha posto in evidenza punti deboli delle norme e della prassi”, ha detto Napolitano. “Il provvedimento approvato oggi servirà a ridurre al minimo il rischio che un imputato possa sfuggire alla giustizia alla vigilia di una sentenza della cassazione”. E Flick ha aggiunto che sono in corso di preparazione direttive e circolari “per completare il circuito di informazione tra i diversi uffici e le forze di polizia e per evitare le smagliature che si sono verificate”.



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