LA COMMEMORAZIONE MARMOREA DEL 18 NOVEMBRE 1935





LA COMMEMORAZIONE MARMOREA

DEL 18 NOVEMBRE 1935

DI

cresima giusy 002Alphonse Doria

 

Molti si domandano cosa ricorda la targa marmorea posta sui locali del municipio vecchio ed ex guardia medica in Piazza Umberto I. Vi è una data e una scritta: “18 novembre 1935 a ricordo dell’assedio perché resti documento nei secoli dell’enorme ingiustizia consumata contro l’Italia alla quale tanto deve la civiltà di tutti i continenti”. Intanto c’è da precisare che il regime fascista ha posizionato tale targa in tantissimi paesi dell’Italia e non solo a Siculiana. E’ stata frutto di una strategia propagandistica fascista  per rafforzare il consenso al regime e suscitare un onda d’indignazione nei confronti della Società delle nazioni che aveva sancito l’embargo all’Italia per avere aggredito l’Etiopia.  Il 2 ottobre 1935 dal balcone di Palazzo Venezia il Duce annuncia all’Italia e al mare di teste delle tante adunate del regime, la campagna d’Africa, decantando un diritto di oltre 40 anni dell’Italia per il suo posto al sole. Ma è tutta una commedia! perpetrata dalle potenze europee, ed ognuna recitava la sua parte; come quella del Consiglio delle Nazioni, che denunciava, in un rapporto pubblicato nell’aprile dello stesso anno, che l’Etiopia era uno dei pochi stati praticanti la schiavitù. Selassiè e la sua dinastia regnava sul trono di Salomone in maniera “barbara” da più di duemila anni. Insomma, la Lega delle Nazioni, nella sua propaganda, faceva pensare che Mussolini era nel giusto nell’aggredire l’Etiopia. Sia l’Inghilterra e la Francia agirono di sottobanco garantendo i regimi nazifascisti. Come l’Inghilterra che assicurando il rifornimento alla Germania la quale così forniva l’Italia. Basta costatare il giro che fanno i motori Rolls Royce mondati su gli aerei italiani che servirono all’attacco dell’avventura africana. Mussolini si appellava nella chiusa del suo discorso all’Italia proletaria e fascista di Vittorio Veneto e della rivoluzione per un grido di giustizia e di vittoria di consenso ai soldati in Africa che attendono per uno sprono e un monito ai nemici. Alle 5 del mattino del 3 ottobre scatta l’ora X e il generale Bono scaglia l’attacco di 110.000 uomini armati contro l’Etiopia. Un comitato ristretto del Consiglio delle Nazioni formato da: Francia, Inghilterra, Danimarca, Portogallo, Romania e Cile, accusavano il governo italiano di avere contravvenuto agli impegni presi in base all’art.12 del Patto della S.d.N definendolo: paese aggressore divenendo di fatto passibile delle restrizioni dell’articolo 16 di carattere economiche. Quello fu l’embargo! Ecco quanta storia vi è negli angoli dei nostri paesi, basta andarla a scovare guardando attentamente e potrà diventare insegnamento vivo ai giovani. Anche se è storia recente conviene l’attenzione a proteggere tali beni. Proprio questa targa segna le alleanze future europee e il destino funesto che ne conseguì. Molte furono le responsabilità di nazioni come Francia e Inghilterra con i loro doppi giochi di potere.

 



4 commenti

  1. anonimo wrote:

    Ciao Alfonso,

    complimenti, innanzitutto, per la disamina storica!

    Sono pefettamente d’accordo con te sulle responsabilità di Francia e Inghilterra.

    Quest’ultima, in particolare, fu responsabile, a mio umile parere, sia della prima che della seconda Guerra Mondiale.

    Vorrei aggiungere che quella targa manifestò il coronamento di quell’astio che si creò con il trattato di Versailles.

    In quella occasione all’Italia, che aveva contribuito al conflitto con 640.000 morti, un milione di feriti e 400.000 mutilati, non toccarono che scarse briciole del ricco bottino coloniale.

    Inoltre, proprio con quel trattato, si crearono le condizioni per la seconda Guerra Mondiale, poiché la Germania ne uscì penalizzata ed in ginocchio economicamente.

    E fu proprio allora che si posero le basi per quelle funeste alleanze, che si concretizzarono, appunto, con quella targa, e che portarono l’Europa sulle vie della catastrofe.

    Con cordialità e stima

    Giacinto Lo Bianco

    PS.

    Il generale era Emilio De Bono.

    Fucilato, con il genero di Mussolini ed altri, nel famoso processo di Verona.

  2. alphonsedoria wrote:

    grazie professore Giacinto, spero un tuo qualificato intervento su qualche convegno che è già in cantiere su questo periodo storico per il 2009

  3. anonimo wrote:

    ATTENZIONE: “perchè resti documentata nei secoli l’enorme ingiustizia”

    così è scritto in altre lapudu simili.

  4. alphonsedoria wrote:

    si hai ragione è “documentata”, cambia poco niente affatto il senso, ti ringrazio a presto farò correzione. Un caro saluto.

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